Lo sgomento della grazia

Poesia, La Mandetta

Sì, vorranno un’altra voce le nuove parole che non ho il coraggio di pronunciare, ma i chiari colori del lutto, là, a Santa Felicita, dicono familiare il freddo nel bagno di piume e di corolle, disarmato il vanto della morte e tre volte benedetto il tempo di cominciare. E cantato presagio è la luce…

Nella prima sezione del libro, Morte e apoteosi di Iacopo Pontormo, il febbrile, tormentato lavoro del pittore cinquecentesco nella basilica fiorentina di San Lorenzo, i cui perduti, mirabili affreschi furono guardati con diffidenza fin dal loro apparire per sospetta eterodossia religiosa, assume il valore di metafora dell’“esilio” e dell’azione creatrice di ogni artista, teso a superare i limiti della propria finitudine in virtù dell’appalesarsi, fra sgomento ed estasi, della grazia, qui intesa (anche laicamente, si badi) come luminoso grumo di voce divina celato dentro l’opaco guscio della caducità.

Controcanto a tale dramma è la seconda sezione, Stanze per una vita mediocre, che sembra inverare il convincimento proustiano secondo il quale «la vera vita, la vita infine scoperta e illuminata, la sola vita di conseguenza realmente vissuta, è la letteratura»: la scrittura è dunque ossessione e attesa di un forse impossibile riscatto dalla pena e dal niente della nostra parabola terrena.

Infine, in Fedeltà e ardore, la voce di Pontormo e quella del poeta, ormai indistinguibili l’una dall’altra, riecheggiano nello spasimo e nella gridata solitudine del biblico Qohelet.

Anno edizione

2022

In commercio dal

10/06/2022

Anno edizione

2022

In commercio dal

10/06/2022

Pagine

103

EAN

9788866084653

Pagine

103

EAN

9788866084653

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