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Saggistica, Storia e memorie
Dal brich della Maddalena lo sguardo può abbracciare innanzitutto Torino, definita dai viaggiatori del primo ’800, “città gentile”, con i suoi palazzi, le cupole delle chiese, la guglia della Mole Antonelliana, il serpeggiare dei suoi fiumi, il Po e la Dora, che incontrandosi sembrano unirsi in un amplesso amoroso. E poi, le montagne lontane, verso Nord e verso Ovest, dalle creste vertiginose del Monte Rosa, al gruppo del Gran Paradiso con il Gran San Pietro e il Ciarfaron, alle Levanne, al Rocciamelone; per riallacciarsi verso Sud e chiudere così il cerchio, con la piramide del Monviso: il gigante di pietra. Infine, a destra e a sinistra del brich, i balconi naturali della collina stessa, Cavoretto, il Monte dei Cappuccini e, quasi a chiudere l’orizzonte, Superga con la cupola juvarriana stagliata verso il cielo, simbolo per i torinesi di antica e nuova data. Non c’è da stupirsi, dunque, se i nostri Padri abbiano scelto quel luogo per farne un parco alla memoria dei Caduti torinesi della Grande Guerra.
La collina della memoria
La memoria non sempre si accompagna a una vera e propria consapevolezza storica. Così, molto spesso, si visitano luoghi e si percorrono strade i cui nomi richiamano qualcosa di nebbioso, ombreggiato dal tempo che passa. Questo è quello che accade anche a luoghi consacrati alla Memoria (è il caso di usare la maiuscola), come il Parco della Rimembranza di Torino.
Cosciente di questo tipo di inconsapevolezza collettiva di ritorno, Gastone Fara dona al lettore una vera e propria guida geografica e spirituale del parco che venne dedicato ai Caduti della Grande Guerra. L’Autore ci porta a passeggiare fra gli alberi e i sentieri della collina torinese, non tralasciando la toponomastica dei luoghi, che non solo hanno un corrispettivo macroscopico nella città di Torino, ma anche nella storia italiana, europea e mondiale.
Camminare al Parco della Rimembranza significa, infatti, percorrere il tempo a ritroso, soffermandosi su ognuno di quei Caduti, spesso ragazzi, spesso troppo poco consapevoli di ciò per cui stavano combattendo, che hanno perso la vita per qualcosa di molto più grande di loro.
Il lettore si ritrova allora a ricordare i tentativi di prendere Gorizia. A cantare con gli Alpini; a capire meglio alcune poesie di Ungaretti, che quella guerra la visse in prima persona. Viviamo la durezza delle battaglie di montagna, la terribile solitudine della trincea, l’amarezza della perdita. Perché, in fondo, quello che la guerra insegna sempre è il sangue: il sangue di quei 4.787 torinesi che il Parco della Rimembranza ricorda nel suo verde rigoglioso.
Anno edizione
2015
In commercio dal
15/05/2015
Anno edizione
2015
In commercio dal
15/05/2015
Pagine
118
EAN
9788866081722
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118
EAN
9788866081722
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