…Mi guardo intorno, il vento smuove le fronde dei pochi alberi piantati con il primo insediamento, cresciuti caparbiamente nonostante il clima arido grazie alla falda sotterranea: un’oasi che vista dall’alto risulterebbe una macchia verde brillante circondata da punti grigi, i piccoli e tondi arbusti, sullo sfondo rosso della terra, una pittura aborigena. Raggiungo un piccolo cumulo di terra sul quale sono stati posti un bidone schiacciato e arrugginito vicino a una radice secca, forse appartenuta a un grande albero. Ai lati crescono due piante di aloe. È una strana composizione, il bidone e la radice mi fanno pensare a due pietre tombali in cui l’opera dell’uomo e della natura giacciono insieme, guardiane della vastità dell’orizzonte…