Giordano al rogo

E altri versi

Poesia, La Mandetta

Ah, la cornacchia sull’antenna, il graffio d’una musica stanca, eppure suono, duro, benché diverso. Andammo, e il mare, a pezzi, ci guardava, solo, forse, compianto per antichi rimorsi e poi, rosso, sventrato un frusciare di rombo, di giunchiglia sanguinosa, divisa sull’altare tra pesce e pesce. L’estate è un funerale rosso fuoco: rosso come la gioia, come il foco e la morte per flamma. Il geco. Il muro contro il cui cemento attendi il figlio che dal mare torni in esanime barca. O forse, dici, la preistoria l’ha avvolto nei fondali, gli ha sospeso un tamburo sulle tempie?

Nei due poemetti che compongono questa raccolta, Cristina Sparagana dà una felice prova della sua maturità poetica.

In Giordano al rogo, sullo sfondo di un paesaggio segnato dall’arsura e dalla dissoluzione delle cose, si compie una sorta di discesa agli Inferi: il rogo – figura di purificazione e povertà – mostra che ciò che è veramente reale abita il metastorico, l’epifanico, l’atemporale, secondo quanto afferma Yves Bonnefoy a proposito degli affreschi aretini di Piero della Francesca.

Nel Lamento per il toro Ignacio Sánchez, oratorio pagano in tre atti, costruito come attraversamento antifrastico di una celebre lirica di Federico García Lorca, sangue e morte, in uno spazio sconfinatamente tragico come la pietra bianca di certe costruzioni andaluse, compongono la loro musica essenziale, assoluta.

Anno edizione

2012

In commercio dal

15/02/2012

Anno edizione

2012

In commercio dal

15/02/2012

Pagine

64

EAN

9788866080458

Pagine

64

EAN

9788866080458

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