Le stelle di Big Three

«Questo bambino cambierà il mondo – gridò – Io ho visto tutto – che quel clochard fosse pazzo era noto ma, in quella occasione, i suoi occhi erano ancora più stralunati del solito – L’ho visto – ripeteva – Io l’ho visto». Gli portarono fuori una sedia e, stando a debita distanza per evitarne gli effluvi, lo incitarono a raccontare. A quanto pareva, quella notte Caruso aveva scelto il fondo del vicolo per costruirsi un giaciglio. Si era appena accomodato in un bozzolo di stracci e cartoni, quando aveva scorto una donna uscire dal ristorante e gettare un sacco nel cassonetto. Forse non stava bene, perché all’improvviso si era piegata in due portandosi le mani al ventre… «Demonio ballerino, quella sta partorendo». Il bambino era nato in un battibaleno, poi era comparso dal nulla quel tizio. «Che tizio?» gli chiesero. «Ma il demonio ballerino, no? Faceva il tip-tap con le sue tre gambette e indossava un frac verde. Si è piegato verso il bambino e gli ha infilato qualcosa dentro, dei fiori, forse. Io ho avuto paura e ho messo la testa sotto al cartone. Quando ho guardato di nuovo, il diavolo se n’era andato». «Povero Caruso, quanto hai bevuto ieri sera?». Lui giurò e spergiurò di non aver toccato nemmeno un goccio, alzò il tono della voce e ripeté: «Questo bambino cambierà il mondo».

Le stelle di Big Three