Chieri freisa e rubatà

… Si era sparsa la voce dei piatti al Freisa e quasi tutti i clienti venivano esclusivamente per quelli. Giorgio non lo capì subito: gli venivano benissimo soltanto i cibi in cui ci fosse dentro a vario titolo e dosaggio la Freisa, anche un goccio soltanto. E per questo chiamò il suo personale ristorante Il secondo miracolo. Il primo prodigio era quello risalente a Noè: far nascere, usando terra, acqua e sole, delle bacche così portentose da produrre un elisir buono per tutte le occasioni: per ridere, per digerire, per guarire, per sedurre, per dimenticare, per evadere, per convitare, per dialogare, per dormire, per trovare il coraggio, per celebrare la caduta di un tiranno, una vittoria, la nascita di un figlio, per scacciare i fantasmi che salgono dai tombini dell’anima, per fare buon sangue, per rivelare la verità, per sciogliere le parole… … «Cosa desidera?». «Vorrei un chilo di grissini e poi questo, quello, e magari…». Felice come se avessi vinto un premio esco anch'io con un grosso pacco e un sacco. L’aria fredda mi fa tornare alla realtà del tardo autunno, la città inizia ad animarsi anche di intrepidi in bicicletta. Inizio ad assaggiare un rubatà. Il pacco dei grissini è delicato, non si devono rompere, sono così belli lunghi e poi quelli rotti sono “costretta” a mangiarli. Non mi piace vedere i rubatà rotti sulla tavola apparecchiata, e dire che c’è chi se li fa spezzare dalla panettiera per portarli più facilmente…

Chieri freisa e rubatà