Narrativa, Altre/Storie, Narrativa
«Ch’a senta, dutur, io non so come dircelo, per cui mi faccia il piacere, che faccio prima a mostrarlielo, lei si sieda sulla sedia e stia lì che è meglio, mi dia retta!». Si era alzata, l'aveva preso per un braccio e accompagnato dietro la scrivania per farlo sedere nella poltroncina. Poi andò a chiudere la porta della sala d'aspetto, tornò alla porticina dalla quale era entrata, una mano sulla maniglia. Garnero era senza parole. Cosa stava succedendo? «Dutur, per piacere non si spaventi che non è il caso. Però da sola, io non ce la faccio, deve darmi una mano. Non mi sono neanche osata di andare da Don Giulio». Detto questo, aprì, guardò fuori e disse a bassa voce: «Vieni, dai che c'ho già freddo, entra». Poi si fece da parte e aspettò che arrivasse chi il dottor Garnero mai e poi mai si sarebbe aspettato che potesse varcare quella porta. «Lieto di rivederla, dottor Garnero. Mi rendo conto che questo sia un incontro inatteso, ma le assicuro che non ha nulla da temere». Il dottore strabuzzò gli occhi e sentì la pressione andargli alle stelle...
I Buonanima
Autunno 1965. A Vàule la vita procede scandita dalle stagioni e non succede mai niente. Nel tranquillo paesino di montagna, però, le cose stanno per cambiare: qualcuno di inaspettato farà il suo arrivo, e qualcun altro tornerà da dove è impensabile tornare. Le esistenze dei vàulesi subiranno imprevisti mutamenti e non tutti saranno disposti ad accettare la comparsa dei Buonanima.
Un piccolo borgo piemontese circondato e regolato dalla natura; una realtà isolata dove tutto tarda, i velenosi influssi del fascismo a scomparire e gli effetti del boom economico a manifestarsi; una storia che affonda nell’anima delle persone, fino ai valori più nobili e agli egoismi più biechi, sentimenti che provocano reazioni opposte di fronte a ciò che non si conosce e a chi è diverso, che può diventare una risorsa o una minaccia. Insomma, Vàule è un microcosmo che si fa metafora di un mondo più ampio e i suoi abitanti, come tutti, dovranno decidere da che parte stare.
L’Autore narra con leggera profondità una realtà magica, in cui al greve e concreto lavoro degli uomini si oppone quello etereo e fantasioso delle creature del bosco; in cui al linguaggio dei paesani, un italiano sgrammaticato frammisto al dialetto, si alterna quello assurdamente aulico di chi si trova in un mondo che non è più il suo, dove condividere quotidianità e giorni di festa sarebbe bello, ma sembra impossibile.
Anno edizione
2024
In commercio dal
05/04/2024
Anno edizione
2024
In commercio dal
05/04/2024
Pagine
368
EAN
9788866085485
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EAN
9788866085485
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