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Narrativa, Narrativa, Altre/Storie, Altre/Storie, Romanzi
…All’epoca vendevamo la felicità della musica ai matrimoni, ai battesimi, a qualunque festa capitasse a tiro lungo la Neretva. Konjic, Mostar, Jablanica, Stolac. Alle volte ci spingevamo fino a Capljina, al confine dell’Erzegovina. Milan suonava la tromba, Goran la batteria, Louban la chitarra e io, che sono Ivica, il violino. Il mio, aveva una corda sola… L’unica che mi era rimasta. Suonavamo per i serbi, per i croati, per i bosgnacchi, per gli ebrei… Noi eravamo gli zingari. In quegli anni, suonai a così tanti matrimoni che imparai a capire se tra i festeggiati l’amore c’era davvero. Per noi, dove non c’era sentimento la sposa era senza gambe. Era senza gambe perché non avrebbe potuto camminare a lungo a fianco del compagno. Era senza gambe perché non sarebbe mai arrivata alla meta della felicità di una vecchiaia serena. Era senza gambe perché ogni passo che faceva era inutile. Quante spose senza gambe vidi in quegli anni! …
Ballata per le spose
Amori mancati, matrimoni combinati, vendette, fughe che diventano rinascite… le storie narrate in questi tre racconti si svolgono in un mondo parallelo al nostro, confinante e sideralmente lontano al tempo stesso: le comunità rom che popolano i campi nelle periferie di Torino. Luoghi di passaggio o di arrivo, dove i destini dei giovani continuano a essere decisi da tradizioni antiche alle quali è più facile sfuggire, andandosene, che ribellarsi. Seguendo le vicende dei tre personaggi narranti – Mehemed l’intellettuale del campo di Collegno, Stephka la sognatrice della baraccopoli sulla Stura, e Ivica, musicista di matrimoni, battesimi e funerali in Erzegovina, poi bracciante al villaggio di strada dell’Aeroporto – ci troviamo di fronte al ritratto di una comunità che poco si svela, alla fotografia della vita quotidiana e degli usi e costumi di un popolo che, vissuto sempre ai margini della storia, ne ha tuttavia subito l’impatto durissimo, con gli orrori dell’olocausto nazista e di quello etnico delle recenti guerre jugoslave. Mentre sullo sfondo scorrono la Torino dei giorni nostri, con il ponte sulla Stura e il Balon, la Barcellona più povera, quelle del Barrio Gotico e Chino, Mostar durante il periodo comunista e quello della guerra di Bosnia, l’autore ci porta con occhio affettuoso attraverso le peripezie dei protagonisti, ognuno impegnato – a modo suo – a comprendere il significato della vita, passando attraverso le aritmie del cuore, rispettando il fato, o cercando di forzarlo. “Scrivendo la storia di Mehemed, Stephka e Ivica – dice l’autore – mi sono reso conto che in fondo ho raccontato la storia di ognuno di noi…”.
Anno edizione
2012
In commercio dal
15/09/2012
Anno edizione
2012
In commercio dal
15/09/2012
Pagine
121
EAN
9788866080656
Pagine
121
EAN
9788866080656
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