Schizzi d’Africa

Narrativa, Narrativa, Altre/Storie, Pagine in viaggio

Dietro la foresta e davanti l’immensa quantità di acqua che bagna tre stati: Malawi, Mozambico e Tanzania. Il lago è la riserva di cibo e acqua per le genti che vivono lungo le centinaia di chilometri delle coste. I canti e le musiche aumentano di intensità, e incoraggiato dalle prime luci dell’alba esco dalla tenda in tempo per vedere l’arrivo degli uomini dalla pesca notturna. Le voci delle donne e i tamburi propiziatori hanno condotto nella giusta direzione del villaggio le imbarcazioni con il carico prezioso di pesce. Il capo villaggio ci incoraggia a superare la barriera spazio-tempo e veniamo così accompagnati tra capanne di terra col tetto di frasche, osservati con discrezione dalle donne e assaliti da un'infinità di bambini che fanno a gara per riuscire a tenere le nostre mani, così bianche, tra le loro. Mentre l'uomo ci parla osservo il lavoro delle donne. La musica e i canti erano il divertimento. Ora, sedute a terra in cerchio, separano il pesce per dimensione. Buona parte di loro tiene un bimbo avvolto in un tessuto legato alle spalle. Abbassano lo sguardo quando incrociano il nostro, ma sorridono e poco dopo aver bisbigliato qualche cosa alle orecchie della vicina non trattengono fragorose risate. Intanto riempiono ceste di piccoli pesci. Qualche bambino ne ruba un paio e se li mette sulle orecchie come fossero matite del droghiere.

Le piste battute ci conducono a visioni

già note, sebbene mai vissute.

Le molecole di polvere rossa turbinano nelle proboscidi,

sfiorano i baobab, ricadono sulle criniere,

impastano i capelli, irritano gli occhi

e colorano i suoni dei tamburi.

Sono le stesse che hanno ricoperto gli spiriti degli antenati.

Noi siamo immobili, spettatori e protagonisti,

embrioni e saggi, remoti e futuri,

alla ricerca delle origini.

Ora, un soffio di vento ci spinge a vagare.

Non è che l’inizio.

L’origine dei sogni.

 

“È un’Africa che nasce dallo stupore, quella raccontata da Giorgio Enrico-Bena. Un’Africa leggera, come il tratto dei suoi disegni. Giorgio è prima di tutto un pittore, uno abituato a tracciare linee sottili, per accennare contorni di forme, senza per forza sviscerarle. Utilizza la penna un po’ come usa il pennello, dando cenni, qui e là, che messi assieme fanno una figura. Non a caso ha intitolato “schizzi” questa sua raccolta: questo sono. L’autore non ha la pretesa di spiegarci la/le Afriche, ma soltanto di raccontarci emozioni e incontri vissuti lungo le piste di quel continente. Lo fa intrecciando parole e immagini, appoggiando le prime sulle seconde, cosicché i racconti diventano una sorta di lunghe didascalie dei disegni che ci accompagnano lungo il suo viaggio”.

Anno edizione

2011

In commercio dal

15/10/2011

Anno edizione

2011

In commercio dal

15/10/2011

Pagine

59

EAN

9788866080183

Pagine

59

EAN

9788866080183

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