Garofano rosso

Storia di un anarchico torinese

Autrice:

Narrativa, Le nostre storie

... Torino, 1920. Gli operai che occupavano ricevevano aiuti da casa, ma dopo l’entusiasmo dei primi giorni subentrò la stanchezza. Per tenere su il morale si organizzavano la domenica o la sera piccole feste, spettacoli, conferenze. A questi eventi Maurizio, insieme a Gramsci, non poteva mancare. Si portavano pacchi di viveri e generi di conforto. Ferrero si spostava giorno e notte da una fabbrica all’altra per mantenere i contatti. Durante il giorno si lavorava, chi doveva presidiare la fabbrica di notte vi dormiva. All’inizio c’era grande affluenza, poi col passare del tempo rimasero solo i più volenterosi. Si lavorò finché ci furono materie prime a disposizione: i fornitori, diffidati dai padroni, non ne mandarono più, e si consumava quanto c’era nei magazzini... Nei progetti erano supportati dai tecnici che erano rimasti, come Borghi alla Grandi Motori, ma erano comunque pochi quelli che avevano aderito alla lotta, e il lavoro procedeva a ritmo ridotto. Ognuno lavorava al proprio posto avendo molta cura delle macchine, le quali avrebbero garantito la produzione una volta finita l’occupazione. Tant’è vero che Agnelli, alla riconsegna della fabbrica, elogiò lo stato perfetto dello stabilimento, degli impianti e dei macchinari...

Storia di un anarchico a Torino: Il Garofano Rosso “Morissi” Garino

Le avventure di un esponente dell’anarchismo torinese sono l’occasione per ricostruire la storia italiana del Novecento. In particolare, la storia di quella grande industria che costituì il “sogno” torinese e che si declinò anche in lotte operaie, abusi, concertazione fra sottoposti e padroni. Il contesto è quello del secolo “breve” e della sua corsa veloce: due guerre, il boom economico, l’industria, l’accelerazione del capitale. Le ricostruzioni e le involuzioni.

Come sempre la storia è fatta dagli uomini e la nipote di Maurizio Garino riconsegna ai lettori le sfumature di un personaggio ritenuto per anni, dalle forze dell’ordine piemontesi, pericoloso. Morissi Garin non fu solo un soggetto da tenere sotto controllo: fu anche un imprenditore, un autodidatta, un concertatore delle lotte operaie. Un fondatore della Scuola Moderna. Un amico di Gramsci. Quello che andava a esporre le questioni al senatur Agnelli. Un padre, infine un nonno, che da anziano andava a leggere il giornale immancabilmente, tutti i giorni, in villeggiatura, sul molo lungo di quella località di mare che portava il suo nome: Porto Maurizio.

Il volume è corredato da un album online, accessibile tramite QRcode, che raccoglie un’ampia galleria fotografica e la documentazione.

Anno edizione

2025

In commercio dal

23/01/2025

Anno edizione

2025

In commercio dal

23/01/2025

Pagine

120

EAN

9788866085551

Pagine

120

EAN

9788866085551

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