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Narrativa, Le nostre storie
… eravamo ai primi di marzo e nevicava. Qualche fanciullo, che s’era spinto con la slitta giù, nei prati lungo il Roburentello, era tornato con i calici d’oro dei bucaneve … Le famiglie fedeli di Roamarenca, con il cibo, di nascosto, ci mandarono anche un mazzetto di quei timidi fiorellini che annunciano il ritorno della bella stagione. Guardammo con stupore infantile quei fiori delicati dalla filigrana aurea, e credo che tutti pensassero: “Per noi la primavera sarà quella che sentono le radici dalle profondità della terra...”. Ma non eravamo tristi, eravamo faità ai destini della montagna, destini aspri e rocciosi, e quello dei bucaneve ci parve il sorriso dolce che le nostre innamorate ci mandavano prima della battaglia, quello che avremmo chiuso per sempre dentro l’ultimo sguardo. I nostri informatori ci avevano avvertiti che il generale avrebbe condotto lui stesso il definitivo assalto ai ribelli, al motto di “uccisi tutti o impiccati” … In un’alba ferrosa, con un palmo di neve intonsa per la campagna, sentimmo il corno delle sentinelle stridere con il suo ululato d’oltretomba. Il generale francese, l’Orco nero, guidava uno squadrone a cavallo che si gettò come una sola bocca vorace sul miele delle nostre giovinezze…
L’uomo che raccontava della guerra del sale
Con scrittura tesa e intensa, Remigio Bertolino, cantore delle montagne e delle genti di quella parte di Piemonte che confina con la Liguria, ci restituisce in queste pagine l’esaltazione e l’orrore di un’antica rivolta popolare e lo stridente contrasto fra una natura magari dura ma bellissima, e la cruenta inconciliabilità delle motivazioni umane. La storia di un’impresa condannata al fallimento che fu intrapresa per dignità e per orgoglio montanaro contro l’avidità dei signori.
La Guerra del sale ebbe luogo nel Monregalese alla fine del Seicento principalmente a causa dell’imposizione della «gabella sul sale» da parte dei Savoia ai comuni del distretto di Mondovì. I ripetuti scontri furono violenti e sanguinari e l’epilogo fu orrendo: intere frazioni incendiate e distrutte, tutti i preziosi castagneti, che sfamavano i montanari, rasi al suolo, impiccagioni e deportazioni di massa nel Vercellese.
Questo “racconto lungo”, ispirato a quei fatti, è nato come un intreccio di misteri di un rosario di dolorose ferite ancestrali.
Il vecchio, voce narrante, verso la metà del Settecento, come un predicatore gira di stalla in stalla a narrare la tremenda via crucis che fu quella rivolta popolare alla quale lui, giovane, aveva partecipato. Il racconto non si dipana seguendo l’ordine cronologico, ma come una sorta di flusso di ricordi che affiorano a mano a mano e si fissano in quattordici “quadri” e un epilogo; il narratore segue un suo filo, il misterioso zampillare di una voce interiore.
Anno edizione
2017
In commercio dal
15/05/2017
Anno edizione
2017
In commercio dal
15/05/2017
Pagine
70
EAN
9788866082521
Pagine
70
EAN
9788866082521
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