Prigionieri nella neve

Memoria di un reduce di Russia

Narrativa, Le nostre storie

…Il campo di Krinovaja fu per tutti noi il periodo più orribile della prigionia, in cui l'incuria e la crudeltà furono spinte all'inverosimile: vi entrammo in trentamila e ne uscimmo in meno di tremila. I più morirono di fame, dissenteria e tifo esantematico, molti furono divorati ancora caldi dai compagni, di qualcuno si affrettò la fine perché morisse prima e servisse da pasto agli altri. Ogni mattina assistevamo allo stesso spettacolo impressionante: una fila di prigionieri trascinavano per le gambe i commilitoni morti nella notte, tutti nudi, poiché prima che i corpi si raffreddassero e si irrigidissero venivano spogliati dei loro vestiti che venivano distribuiti a coloro che ne avevano bisogno. Tutti i corpi venivano poi ricoperti di calce viva…

Una marcia nella neve e nel ghiaccio lunga centinaia di chilometri. Una terra lontana e in ospitabile. La solidarietà dei giovani alpini di fronte alla morte, uniti da un unico pensiero, costante e doloroso: tornare a casa. Ma anche mangiare, scaldarsi, riposare… e non cadere, perché la morte è lì, in agguato, e appena cedi, ti prende. I comandi, urlati in una lingua sconosciuta, la crudeltà e l’indifferenza delle guardie; ma anche l’accoglienza amorevole e muta della gente russa: un’altra fame e un’altra disperazione.

Poi la prigionia, durante la quale la violenza maggiore è la perdita di umanità, e la sopravvivenza è afferrata con le unghie, in tre lunghi anni di fame, freddo e malattia. E’ questo il calvario che il tenente Antonio Andrioli ci descrive con il ritmo lento di un racconto, soffermandosi, pacato ed essenziale, sui luoghi, la disperazione e i mille e mille compagni dei quali i più sono rimasti là, nella neve.

Anno edizione

2012

In commercio dal

15/03/2012

Anno edizione

2012

In commercio dal

15/03/2012

Pagine

80

EAN

9788866080480

Pagine

80

EAN

9788866080480

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