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Narrativa, Le nostre storie
[…] Tutto, all’inizio, fu una piacevole scoperta di persone, di ambienti, di paesaggi, di gusti, di nuovi modi di vita. Ma la guerra era alle porte, anzi, in Europa era già in atto. […] Piero e Luisella sono di ottimo umore. Io no, comincio a capire che cosa voglia dire vivere a contatto di donne di tutte le specie. […] Arriviamo in pochi minuti alla stazione e qui ci aspetta una delle più tremende delusioni: ci fanno salire su dei vagoni-bestiame senza sedili, nulla; solo in fondo due brande a doppio piano per i bambini. È un’impressione che non si cancellerà mai più. L’esistenza al campo diventa a poco a poco lotta per la sopravvivenza, perché il numero delle prigioniere aumenta, gli spazi si fanno più stretti, i diritti sono più facilmente calpestati e si grida per farli valere. […] Poi molte donne e ragazze si misero a cantare a squarciagola inni patriottici, quasi che la patria potesse fare qualcosa per noi in questo momento. Le due navi entrano lentamente nel porto e attraccano al molo. È il 3 giugno 1942. È l’ora del tramonto, i passeggeri si affollano premendosi ai parapetti per osservare incantati la terra, la terraferma, finalmente, e la piccola città bianca appoggiata alla collina tra il verde cupo della vegetazione, immagine idillica per occhi che da dieci giorni non hanno visto che mare aperto e cielo.
Via dall’Etiopia
È l’Africa Orientale Italiana lo sfondo sul quale si dipana la vicenda della protagonista del diario, commentato con intensa partecipazione dalla figlia che, bambina, fu testimone delle vicende narrate. Un prezioso documento di un periodo poco indagato, in cui la dimensione privata si intreccia in modo emozionato e sofferto con le grandi vicende della storia del Novecento.
E’ l’Africa Orientale Italiana lo sfondo sul quale si dipana la vicenda della protagonista del diario, commentato con intensa partecipazione dalla figlia che, bambina, fu testimone delle vicende narrate. Un prezioso documento di un periodo poco indagato, in cui la dimensione privata si intrecca in modo emozionato e sofferto con le grandi vicende della storia del Novecento. Il soggiorno a Ticciò, l’esperienza prolungata e dolorosa del campo di internamento a Dire Daua e, infine, il viaggio di ritorno in Italia. se il fulcro della vicenda è l’attesa del rimpatrio a bordo delle “navi bianche”, non meno densa è la cronaca da quel territorio. Giorno per giorno, l’esistenza in quella terra oltremare perduta si dipana tra l’insicurezza generale, la fine del progetto imperiale italiano e l’insediamento degli Inglesi.
Ricchezza e documentazione, tante storie, pubbliche e private, che si intrecciano, ma c’è anche la prosa asciutta della narrazione che sa rendere senza ornamenti l’inquietudine e il disincanto, svelando una complessa gamma di sentimenti. La rilettura del diario si carica subito di intensa empatia, componendosi con il testo d’origine in un vero e proprio duetto.
Anno edizione
2011
In commercio dal
15/12/2011
Anno edizione
2011
In commercio dal
15/12/2011
Pagine
192
EAN
9788866080328
Pagine
192
EAN
9788866080328
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