«Dài, fai in fretta che sono già le undici e mi piacerebbe fermarmi a pranzo in quel ristorante sul colle di Nava, come si chiama…?».
«Lorenzina, si chiama! ̶ mi dice ad alta voce R., e aggiunge ̶ No vedo tutta questa fretta di partire, anche arriviamo alle due va bene lo stesso, e non interrompermi con richieste inutili, sai che mentre faccio i bagagli non voglio essere disturbata…»
Terzo appuntamento dell’Autore con la storia del suo Novecento, questo libro racconta il percorso verso gli entusiasmi del Sessantotto, e poi il loro corrompersi nella violenza e nella corruzione degli anni di piombo,. Le vicende personali e i fatti storici si intrecciano disegnando una realtà dove la partecipazione è sempre messa in gioco.
Con questo libro, che si conclude con la morte del padre nel 1984, l’amore chiude la narrazone del “secolo breve della sua famiglia” che si sovrappone e si compenetra a quel Novecento irrequieto, innovativo e crudele che ha visto due conflitti mondiali, rivoluzioni senza precedenti, innovazioni tecnologiche straordinarie, alternanze sanguinose di dittature e domocrazie e la conquista di un benessere diffuso prima impensabile in Occidente.
L’attenzione e la partecipazione dell’Autore alle vicende del periodo cala il lettore nello spirito del tempo, quello per il quale ad esempio, nel 1979, “il debito pubblico aumentava, così come aumentavano gli omicidi targati BT e Prima Linea nella quasi indifferenza degli italiani che… spendevano e spandevano, si divertivano, affollavano spiagge e ristoranti, si vestivano alla moda in un’estate italiana invasa da turisti stranieri che sembrava non finire mai”.