[…] Alta e dal portamento aristocratico, indossava abiti viola. Ormai da sempre. L’appellativo di signora viola non era capitato a caso ed era per questo che non aveva mai cambiato colore al vasto repertorio del suo armadio. Calze, scarpe, maglie, giacche, perle, pantaloni e slip, modello classico, viola. Un viola intenso che sfumava in vinaccia, bordeaux, lilla scuro, malva sfumato, pervinca.
Procace e attraente, non robusta ma burrosa e dagli occhi di ghiaccio scolpiti sul viso lungo ma ben fatto, brillante e decisa, l’ancora giovane Viviana, stordiva tutto il paese con la sua espressione vendicativa e infelice allo stesso tempo. Si era creata una nicchia all’interno della comunità, impermeabile a ogni commento e, allo stesso tempo, attizzatoio di giudizi e critiche proferite sempre osservando la sua andatura spavalda, cometa rapidissima con la coda leggera e fluttuante creata dai ricci scuri e lunghissimi. […]