Canti brevi

Autore:

Poesia, La Mandetta

Sei come un serpe. Cerchiato è l’occhio. Ti snodi, ti allacci, ti avvinghi su me, poi mi abbracci, mi chiedi l’eterno peccato.

«Un po’ vecchiotta, provinciale» seppur «favorevole ai piaceri», secondo l’affettuosa definizione di Guido Gozzano, Torino ai primi del Novecento è anche sorprendentemente viva dal punto di vista culturale e socio-economico. È ormai una delle capitali del Liberty europeo; è un polo industriale d’avanguardia, grazie all’industria automobilistica; è patria della nuova arte, il cinema. Ma è, soprattutto, città di raffinata sensibilità estetica e non peregrine curiosità intellettuali, in grado di riservare ai suoi poeti attenzione profonda e prestigiosi palcoscenici mondani, quali le celebri Sabatine, libere lezioni tenute il sabato pomeriggio nell’aula VII dell’Ateneo torinese, alla fine delle quali l’illustre cattedratico e poeta Arturo Graf invitava i giovani autori a leggere le loro liriche. Tra questi spicca la compagine dei crepuscolari, costituita da Gozzano e dai suoi sodali, come Carlo Vallini, Giulio Gianelli, Carlo Chiaves e Nino Oxilia.

I Canti brevi, pubblicati nel 1909, sono la prima raccolta di Oxilia. Il libretto si caratterizza per un forte vitalismo, che con un certo ritardo rispetto ad altre esperienze poetiche d’ambito torinese si muove nel solco del D’Annunzio dell’Isottèo e della Chimera. Tale vitalismo, negli anni successivi, tempererà la propria vocazione irrazionalistica con l’ironia crepuscolare, o con quanto di essa sarà ancora spendibile, giungendo il poeta al possesso di una originale pronuncia e di una inconfondibile cifra espressiva, non ignare di suggestioni futuriste, nella silloge postuma Gli orti (1918).

 

A cura di Patrizia Deabate

Anno edizione

2014

In commercio dal

15/06/2014

Anno edizione

2014

In commercio dal

15/06/2014

Pagine

112

EAN

9788866081456

Pagine

112

EAN

9788866081456

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