Benedetto sia il tuo dolore, lancia
che prima taglia il cuore, grano rosso
che una pienezza di stagioni allaga
per poca folgore o matura essenza,
e poi risana senza trattenere
la luccicante pietà del commiato...
Seconda parte di un dittico dedicato alla figura del grande artista lombardo, inaugurato con Fatti di Caravaggio (Aragno 2016), la nuova raccolta di Roberto Rossi Precerutti attraversa, nel segno di un’arte del vedere, il cui apprendimento Rainer Maria Rilke esalta nelle memorabili pagine iniziali del Malte Laurids Brigge, gli abissi di durezza, desolazione e irreparabilità della morte che popolano le opere dell’antico maestro per attingere a quella verità, sostanziata di umano dolore, finitudine e impermanenza, che «inevitabilmente s’investe del lampo abrupto della luce rivelante fra gli strappi inconoscibili dell’ombra» (Roberto Longhi), nella drammatica e sanguinosa volontà di adesione a una realtà creaturale che tuttavia non si dona completamente, chiamando e sfuggendo insieme, insorta e irraggiungibile.