"E voi, se l'uomo o se o slavo invade.
Eccovi, o figli, l'aste, ecco le spade.
Morrete per la vostra libertà.
Un fremito d'orgoglio empieva i petti.
Ergeva le bionde teste: e de gli eletti
in su le fronti il sol grande feriva.
Ma le donne piangenti sotto i veli
invocavan la madre alma de' cieli".
E’ stato deciso di far passare il Valsusa la linea ad alta volocità che collegherà Torino a Lione, un tratto del cosiddetto corridoio internazionale 5, Lisbona-Kiev.
E’ la quarta grande infrastuttura in questa piega fra le montagne che comincia dalla Sacra di San Michele.
Da qualche mese il progetto non è più soltanto un tratto di penna ma espropri, recinzioni, ruspe, poliziotti e presidi.
C’è una valle, c’è la voce del parroco, del comandante sindaco, degli intellettuali, dei giovani navigatori dell’etere. Ci sono le immagini di una protesta che oscilla fra sentimento e ragione, tra ostruzione e ribellione, tra illusione e dramma.