GRANDE CAVALIERE: Il sogno è fatto di tutto e la vita da svegli non è da meno! Però né l’uno né l’altra sono quello che sto cercando; voglio qualcosa che comprenda tutti e due. Devo andare, devo guardare ancora, proverò nelle grandi pianure, ma prima ho bisogno di acqua e di cibo, perché il mio corpo ha imparato la fame e la sete.
SCUDO: Ricordati, solo sei lune, ancora sei lune, per trovare ciò che possa affidare la Terra all’eternità. Così è detto, così si vuole! (Tuono ... Buio).
In queste pagine, come in tutti i suoi lavori, Berenice D’Este è arguta, ironica, profonda e caratterizza finemente trame e personaggi. Il filo che unisce i quattro testi teatrali qui pubblicati, molto diversi fra di loro, è didattico, ma non solo; è anche terapeutico, fa bene. È catartico, scioglie emozioni, muove al riso, apre il cuore…
Berenice con questa opera dimostra che la rappresentazione è potente come la vita, perché insegna che la vita stessa è soltanto rappresentazione; porta il concetto nelle scuole, aiutando i ragazzi ad amare lo “Spirito del Teatro”, li fa travalicare i limiti della mente, li conduce nel regno dell’immaginario dove tutto è possibile; così facendo coltiva saggiamente il loro io individuale, rendendolo potente. Vera opera di missione la sua, che morde i cuori, stimola gli intelletti e spinge i ragazzi a pensare finalmente “in grande”.