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Saggistica, Storia e memorie
…Torino si ammantò di simboli rivoluzionari, il berretto frigio, l’Albero della Libertà, l’immagine muliebre della Repubblica densa di allegorie – un seno scoperto per allevare i propri figli nella Libertà -, la bandiera subalpina già comparsa ad Alba nel ’96 e nei paesi occupati, “Liberté-Egalité-Fraternité” comparve su incartamenti, documenti, muri e bandiere: il motto era stato inventato da uno dei principali stampatori ed editori parigini, finito ghigliottinato come seguace di Hébert. Attorno all’Albero i torinesi declamarono prose e poesie contro il passato regime, intonarono la “Marsigliese”, la “Carmagnola” e il “Ça ira”. Oratori molto infervorati di passione repubblicana vennero a dannare la dinastia proscritta e ad imprecare contro “il Tiranno”, l’irresoluto e tragico Carlo Emanuele IV. Sul Palazzo Civico e sull’attigua torre furono alzati i simboli rivoluzionari…
La Carmagnola
Vicende storiche e note di costume di tre anni di Storia, dal 1796 al 1799, nei quali si consumò l’esperienza giacobina in Piemonte. Un periodo di rinnovamento tumultuoso e cruento che nonostante il fallimento cambiò per sempre cultura e percezione dei piemontesi e fu alla base dei moti risorgimentali.
Nel 1796 le vittorie dell’Armata d’Italia con Napoleone Bonaparte significarono per il Piemonte sabaudo la diffusione dei principi della Rivoluzione francese, le rivolte contadine, l’istituzione del Governo Provvisorio nel ’98 con la Repubblica Subalpina e l’esilio dei Savoia. Furono anni intensi e tragici tra rivoluzione giacobina e opposizione realista, tra carestia, saccheggi, brigantaggio, eccidi, tentativi di riforme e illusioni politiche.
Sulla base di un’attenta ricerca negli archivi locali e in quelli francesi, oltre che bibliografica, il libro ripercorre un triennio di storia, fino al 1799, attraverso le vicende degli uomini, dei fatti e della vita quotidiana: i canti, i balli, i giornali democratici, l’emancipazione, anche la moda nel vestire della società repubblicana.
Il libro mette in evidenza come la Rivoluzione francese, importata e imposta, si sia risolta con il fallimento delle esperienze giacobine, soprattutto come sia sfociata in una guerra civile con l’appoggio delle truppe della Seconda Coalizione, tra cui i cosacchi: l’unica volta in cui il “popolo delle steppe” sia comparso sulle rive del Po.
Il triennio giacobino rappresentò una svolta nella storia piemontese e, pur attraverso le passioni politiche, le esperienze, i contrasti e il dilacerarsi delle coscienze dei suoi protagonisti, divenne un impulso verso nuove mete, un rinnovarsi che delineò le origini del nostro Risorgimento.
Anno edizione
2018
In commercio dal
15/02/2018
Anno edizione
2018
In commercio dal
15/02/2018
Pagine
200
EAN
9788866082741
Pagine
200
EAN
9788866082741
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