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Saggistica, Storia e memorie
La fine dell’estate 1944 coincise anche con lo spostamento verso la pianura di buona parte delle bande partigiane che fino a quel momento si erano mosse sulle montagne o nella fascia collinare. Quando si parla di guerra partigiana la nostra mente corre immediatamente alla montagna ed alle sue innumerevoli possibilità di offrire rifugio, tra i boschi e le rocce che ammantano i versanti vallivi. In effetti, proprio questo è l’ambiente in cui la resistenza nacque e in cui operarono le prime bande partigiane, tra il settembre 1943 e la fine dell’estate 1944. Dopo questo periodo, durato sostanzialmente un anno, le condizioni cambiarono e tra gli uomini che coordinavano l’azione delle bande cominciò a farsi largo l’idea che per condurre in modo più efficace ed incisivo la lotta contro il nazifascismo occorreva scendere a valle, a ridosso dei centri abitati, delle infrastrutture industriali e delle vie di comunicazione. Ebbe quindi inizio quel fenomeno che gli storici della resistenza definirono “pianurizzazione”. La pianura, infatti, per quanto incapace di fornire tutti i vantaggi strategici della montagna, offriva migliori possibilità di approvvigionamento e nello stesso tempo, essendo scarsamente abitata, permetteva alle bande di trovare nascondigli sicuri presso i casolari abbandonati.
Sentieri di guerra in pianura
Nel senso storico comune si pensa spesso che la Resistenza sia stato un fenomeno che abbia riguardato solo i territori montani, nei quali i partigiani potevano meglio nascondersi e dove era più facilitare delimitare la zona sotto il proprio controllo. Nella realtà, come ha scritto Giorgio Rochat, “Tutte le valli dell’arco alpino portano alla pianura. […] I collegamenti in quota tra valli contigue […] erano meno facili e importanti di quelli attraverso le città, collocate allo sbocco in pianura, che erano la base organizzativa delle formazioni partigiane.” Ciò appare particolarmente vero per la pianura pinerolese, situata allo sbocco delle valli Po, Pellice e Chisone e direttamente collegata a Torino attraverso una fitta rete viaria e ferroviaria. In quest’ampia fetta della pianura padana tra l’8 settembre del 1943 e la Liberazione, si gioca una partita difficile tra tedeschi, repubblichini e partigiani con esiti spesso drammatici e tragici per la popolazione civile che con diverse forme di solidarietà sostiene la guerra di Liberazione. La ricchissima bibliografia e mole di documenti sui quali il testo fonda la sua ricostruzione, si integra, nel DVD allegato al volume, alla viva voce di protagonisti e testimoni, che ci restituiscono le emozioni e il vissuto quotidiano del momento in cui gli italiani seppero riscattarsi da un ventennio di violenze e discriminazioni.
Anno edizione
2013
In commercio dal
15/12/2013
Anno edizione
2013
In commercio dal
15/12/2013
Pagine
224
EAN
9788866080122
Pagine
224
EAN
9788866080122
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